Roma dovette attendere ben quattro secoli dalla sua fondazione prima di imporre il suo dominio sul Mediterraneo e spodestare gli i popoli dell’Etruria Meridionale. A partire da quel momento i Romani cominciano a solcare in lungo e in largo le coste del Mediterraneo, avviando un periodo di prosperità senza eguali.
Al suo apogeo, la città era abitata da più di un milione di persone. Un mercato straordinario che avrebbe presto dato vita ad una fitta rete di commerci e relazioni necessarie a garantire la sussistenza alimentare e lo sfruttamento delle materie prime importate dalle colonie. Un traffico regolare via mare di prodotti pesanti su grandi distanze attraverso la costruzione di imbarcazioni estremamente perfezionate e di un moderno porto commerciale.
Il ritrovamento di reperti archeologici nei fondali del Mediterrano ci consente oggi di stabilire quali furono le rotte commerciali praticate dagli antichi. Le anfore in particolare rappresentano dei veri e propri fossili guida, in grado di testimoniare l’estensione del commercio marittimo romano e la varietà delle merci trasportate: vino, olio, grano e cereali, frutta, datteri e garum.
La rotta commerciale più famosa ed importante per il volume dei commerci antichi era quella che andava da Roma ad Alessandria, percorsa da navi cariche di grano. Di gran rilevanza anche quella che dal sud della Spagna riforniva l’Urbe di olio e “garum”, una salsa a base di pesce largamente utilizzata in cucina. Infine, la celebre “via del vino” ,che dal sud della Francia portava a Roma.
Le rotte commerciali dovevano però fare i conti con le rotte naturali determinate dai venti. Plinio il Vecchio ci fornisce alcuni esempi: due giorni per andare da Ostia in Africa (capo Bon), sei giorni per raggiungere Alessandria attraverso lo Stretto di Sicilia, sette giorni per attraversare tutto il Mediterraneo occidentale da Cadice a Ostia. Ovviamente in caso di maltempo e avversità i viaggi potevano essere molto più lunghi: Strabone racconta di una traversata Spagna-Italia durata tre mesi.
La navigazione antica era essenzialmente una navigazione empirica. È il senso nautico dei marinai e la loro capacità di percepire i messaggi dall’ambiente che li circonda a permettere di orientarsi con sicurezza: i riferimenti astronomici ed ambientali e i dettami dell’esperienza sostituivano la navigazione strumentale.
I Romani viaggiavano per mare il giorno e la notte, affrontando navigazioni d’altura anche fuori dal Mediterraneo. Di giorno la rotta era stabilita basandosi sulla posizione del sole; la notte,gli astri e i fari rendevano più facile l’orientamento.
Nonostante le difficoltà ed i limiti imposti dalla natura i viaggi per mare presentavano molti vantaggi rispetto ai trasporti terrestri, lenti, non confortevoli e pericolosi e con minore capacità di carico.
Per comprendere la storia dell’Antica Roma non possiamo dunque prescindere dal suo rapporto con il mare, veicolo di relazioni politiche e commerciali che avrebbero avuto importanti conseguenze nell’accrescimento delle arti, delle scienze e più in generale nel consolidamento di una forte identità culturale.
Di tutto questo e di molto altro parleremo durante la nostra crociera, continuando a navigare lungo le acque di questo splendido mare che ha mantenuto intatto il suo fascino naturale.